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Finardi: “Noi siamo stati gli ultimi ad avere un’idea di futuro”

Eugenio Finardi

Eugenio Finardi, esattamente quarant’anni fa, entrò nel mondo musicale con l’album “Sugo”, dando vita ad alcuni brani storici quali “La radio” e “Musica ribelle”: in programma un tour per fare un tuffo nel passato

Eugenio Finardi, esattamente quarant’anni dopo, è pronto a riprendersi la scena musicale: il suo album, intitolato “Sugo“, entrò nella storia per diversi inni generazionale che fecero il giro del mondo, tra i quali “La radio” e “Musica ribelle“. Adesso, nel 2016, è pronto a fare un vero e proprio tuffo nel passato grazie ad un tour già programmato nel quale farà rivivere le emozioni di un tempo, proponendo i brani a partire dall’ultimo fino ad arrivare al primo.

Il contrario di tutto

Eugenio Finardi, intervistato per l’occasione, ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito al proprio tour, spiegando il motivo per il quale ha deciso di cantare il tutto partendo dalla fine: “Il concerto finirà con Musica ribelle e inizierà con La paura del domani, essendo quel domani ormai arrivato. Ma è un futuro molto diverso da come si poteva immaginare allora, soprattutto viviamo in un periodo in cui c’è molta paura del domani, tra ghiacci che si sciolgono, crisi dei migranti, sovrappopolazione. La generazione di mia figlia che ha 16 anni o di mio figlio che ne ha 25 ha molte più paure che speranze. Noi siamo stati gli ultimi ad avere un’idea di futuro ed era un’idea utopica, di benessere collettivo. Noi sognavamo di cambiare il mondo, i giovani oggi temono un mondo che sta cambiando”.

Una compagnia importante

Proseguendo la propria intervista, Eugenio Finardi ha così commentato la presenza di personaggi importanti nel proprio album: “Eravamo un collettivo, 3 anni prima avevo conosciuto Demetrio Stratos alla Numero uno di Battisti e Mogol, dove avevo ottenuto il mio primo contratto discografico, eravamo diventati molto amici, anzi lui era il mio fratello maggiore. Così quando poi si spostò alla Cramps fondando gli Area, mi presentò a e dal ’74 andai anch’io. Era un’area molto fluida, io portai Walter Calloni, Lucio Fabbri e Alberto Camerini in quel gruppo, di cui facevano parte anche Battiato e Mauro Pagani in quanto amici di Demetrio, ci fu molta commistione“.

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ultimo aggiornamento: 24 Aprile 2016 0:48

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